“La riforma uscita dalla commissione è identica a quella approvata dalla giunta regionale, nonostante le oltre cinquecento osservazioni formulate dai sindacati e dalle organizzazioni di medici, infermieri, operatori e dalle associazioni di pazienti e del terzo settore. Le loro istanze le abbiamo dovute portare noi in commissione, con i nostri emendamenti, ma sono state ignorate da un centrodestra muto. Ora archiviamo una pessima gestione della commissione, priva di dialogo e di contenuti, segnata dalle minacce di querela del presidente agli esponenti delle minoranze, e guardiamo all’Aula, dove faremo valere i nostri argomenti fino all’ultimo, anche perché questa volta, su nostra richiesta, i tempi non saranno contingentati e potremo spiegare nel merito perché le ATS, peculiarità lombarda che ha dimostrato di non funzionare, vanno superate, perché questa maggioranza non crede alla medicina territoriale, su cui usa male le risorse del PNRR, perché non vuole cambiare un sistema che non governa il settore privato, lasciando la salute dei cittadini a una logica di mercato, senza alcuna volontà della giunta di fare una vera e opportuna programmazione. C’è tantissimo da dire al riguardo e lo diremo in Aula, perché l’organizzazione della sanità lombarda, soprattutto dopo la prova disastrosa della pandemia, va cambiata davvero e questa maggioranza non ha la volontà di farlo.”