“Maternità e lavoro non sono in contrasto e lo dimostra la situazione che vivono le donne nel nord Europa, dove a forte natalità corrisponde un numero alto di madri che lavorano. Per questo abbiamo appoggiato la risoluzione votata in Aula, che contiene anche nostri fondamentali contributi”, lo ha detto Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, intervenendo, assieme al collega Jacopo Scandella, questo pomeriggio sulla risoluzione ‘Misure di sostegno a favore della conciliazione famiglia/lavoro e della tutela della maternità nell’ambito della valorizzazione dell’indipendenza e dei diritti della donna’, approvata.
Bocci ha ricordato le modifiche a firma Pd introdotte nella risoluzione, come l’importanza del concetto di “condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e il potenziamento dei consultori, condizione indispensabile per il sostegno alla salute della donna, come emerso anche dalle audizioni. I consultori sono un servizio e un presidio territoriale che accompagna le donne in tutte le fasi della vita e in particolare durante la maternità. E solo se potenziati di personale e prestazioni possono davvero rispondere a tutti i bisogni e a tutte le fragilità”.
I consiglieri hanno sottolineato anche il contribuito attivo del gruppo dem, in Commissione, per togliere ogni riferimento ideologico rispetto alla prima stesura della risoluzione.
E adesso, ha auspicato Bocci, “dobbiamo pensare al superamento del divario retributivo di genere. Quindi, spero che la stessa attenzione sia riservata al progetto di legge sul tema del contrasto alla differenza di riconoscimento economico tra donne e uomini che ho presentato con una collega di maggioranza, che mi auguro sia portato in Aula in tempi brevi”, ha concluso.
“Come Gruppo Pd abbiamo presentato una proposta di legge di riforma complessiva della legge 23 del 99, la norma che in Lombardia regola le politiche familiari, perché siamo convinti che a distanza di ormai quasi 23 anni, ci sia l’esigenza di andare ad aggiornare la normativa, sia dal punto di vista dei principi, sia dal punto di vista degli strumenti operativi – ha sottolineato Scandella –. È necessario sottolineare quanto natalità e genitorialità siano questioni di interesse generale, oggi più che mai, incentivare la responsabilità sociale di tutti quei soggetti pubblici e privati che attuano politiche a favore della conciliazione, e trasformare la Lombardia in un territorio sempre più accogliente verso le esigenze delle famiglie, con un’attenzione particolare ai bisogni e ai tempi delle donne e a una condivisione più equa dei carichi familiari”.